Il mio collega di univerità - Latina Trasgressiva

Il mio collega di univerità - Latina Trasgressiva

Ciao a tutti sono uno studente universitario di Cosenza, mi chiamo Filippo e vengo da Crotone. Ho sempre abitato a Crotone e mi ricordo che da quando ero piccolo che avevo 3 o 4 anni mi piaceva indossare le gonne di mia sorella. Lei si divertiva tanto a guardarmi e a volte uscivo anche davanti alla porta di casa indossando le gonne di mia sorella. Le vicine di casa si divertivano tanto a guardarmi e mi prendevano pure in giro ma io non capivo ancora molto perchè ero troppo piccolo ma la mia indole attratta dal fetish esisteva già da quando ero in piccolo bambino. Poi crescendo avevo scoperto le calze di mia mamma e i tacchi a spillo. Quando non c'era nessuno a casa mi piaceva indossare i suoi tacchi e mettermi le Sue calze velate, mi facevano stare bene, desiderato e sensuale. Poi con il tempo, quando ero già adolescente di 14 o 15 anni e mia sorella non era a casa usavo i suoi trucchi. Mi piaceva tanto truccarmi, soprattutto mettermi il rossetto rosso. Amavo le creme per il corpo e mi piaceva depilarmi anche le gambe. Quando andavo all'università non avevo più tempo per per il fetish, per indossare le calze e i tacchi a spillo perchè ero molto impegnato con gli studi e nel campus avevo anche un collega di stanza con il quale non avevo un rapporto fantastico. Giacomo era sempre chiuso e per i fatti suoi e non parlavamo più di tanto. Un giorno però avevo tanta voglia di mettermi il rossetto e indossare un paio di tacchi a spillo e decisi che per quella domenica sarei rimasto nel campus invece di andare a casa a trovare la mia famiglia con la scusa che dovevo studiare e andare in biblioteca. Sapevo che Giacomo sarebbe ritornato tardi alla sera come ogni domenica e mi misi all'opera. Mi preparai i capelli con la piastra, e mi misi a truccarmi. Poi mi infilai gli autoreggenti e indossai i tacchi a spillo che rubai a mia sorella la settimana scorsa, un paio che lei non indossava più da anni e che non avrebbe più indossato quindi ero sicuro che non avrebbe sentito la mancanza di quel paio di scarpe. Avevo anche comprato una minigonna di jeans e una maglietta e un reggiseno e ho indossato tutto con molta cura e attenzione. Mi brillavano gli occhi, mi sentivo cosi sexy e iniziai a toccarmi. Ero tutto sdraiato sul mio letto piccolo di una piazza e avevo cominciato a masturbarmi quando la porta d'ingresso e aprii e il mio collega Giacomo mi guardò con stupore. Io ero diventato tutto rosso e imbarazzato e non sapevo come spiegarli quella situazione. Lui doveva ritornare alla sera ed erano ancora le 3 del pomeriggio, non lo aspettavo così presto. Lui mi sorride e mi dice che vorrebbe partecipare anche lui al mio gioco, che è molto felice di trovarmi così e che gli piacerebbe soddisfare questo suo piacere che era anche una sua fantasia. Giacomo cominciò a toccarmi e a baciarmi sulle labbra. Le sue labbra erano morbide de calde e la sua lingua giocava con la mia. Ero molto emozionato quando cominciò a toccarmi il pacco tra le game e poi si mise in ginocchio a farmi un pompino. Ero al settimo cielo, non avrei pensato che io e Giacomo potessimo avere una storia insieme. Sembrava un ragazzo molto chiuso e introverso e adesso mi sta mostrando il suo lato selvaggio. Poi ci sdraiammo sul letto e cominciammo a fare un 69, aveva un fallo duro come il marmo e facevo fatica anche a mettermelo tutto in bocca. Mi piaceva tanto e avevo scoperto il mio nuovo lato trasgressivo, gli uomini mi piacevano più delle donne, mi attiravano con il loro fisico, e preferivo soprattutto i ragazzi alti e magri come me. Poi Giacomo si girò e decise di aprirmi le gambe e prendermi subito, io ero eccitatissimo e sentivo il suo cazzo che andava su e giù dentro di me e dopo meno di 3 minuti ebbi un forte orgasmo e poi sentii anche lui venire dentro di me. Lui continuava a baciarmi e a toccarmi come se fossi la sua puttanella e questo mi piaceva moltissimo. Da quel momenti in poì il mio rapporto con Giacomo cambiò a 360 gradi. Io ero diventato la sua fidanzata e non ci separavamo più, eravamo quasi tutti i giorni insieme, fuori dai corsi dell'università. Andavamo a mangiare insieme in mensa e anche in biblioteca a sutdiare eravamo sempre insieme. E' stato difficile separarci per una settimana quando andai a casa per le feste di Natale e pensavo che non riuscissi a sare senza di lui ma il tempo correva in fretta e sapevo che il giorno dopo l'avrei rivisto. Ero tutto eccitato a incontrarlo e a baciarlo di nuovo. Avevo trovato la mia metà, dovevo solo confessare alla mia famiglia quello che ero diventato, la mia nuova natura, che ero un omosessuale ma c'era ancora tempo e non volevo alterare le feste di Natale con la mia notizia anche se sapevo che la mia famiglia mi avrebbe appoggiato completamente.

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